Aspetto la Sig.ra Maria (useremo questo nome fittizio per rispetto della sua privacy) in una sala della Biblioteca Levi, uno spazio bello e accogliente nel cuore del quartiere Barriera di Milano, all’estrema periferia di Torino. Maria, è il primo partecipante del progetto di ActionAid “Ora facciamo i conti”.
A dirla tutta sono un po’ agitato: fin da subito “la Maria” mi stupisce per la sua energia. Temevo che il motivo dell’incontro rendesse il dialogo difficile, invece scorre, come quello di due persone che si siedono nello stesso scompartimento in treno. Parliamo di figli e di affitto, di studi e di passioni, delle difficoltà di arrivare a fine mese e di lavoro, di viaggi e di scelte da fare. Maria è una delle 950 persone che a Torino ha visto accolta la domanda per ricevere la nuova carta acquisti. Da quando ha fatto la domanda, nell’agosto del 2013, ha dovuto aspettare nove mesi per riceverla, ma dal maggio di quest’anno la sua famiglia ha un’entrata mensile aggiuntiva di poco più di 300 euro.
Maria è anche una delle 475 persone selezionate in modo casuale per partecipare a un “progetto personalizzato di presa in carico”. Questi progetti sono azioni specifiche che i Comuni devono attivare in accompagnamento alla misura, ma per le quali non sono stati stanziati fondi. Pertanto, il Comune di Torino si avvale di altri programmi in essere, gestiti dalla stessa struttura comunale, ma finanziati esternamente, come nel caso del lavoro accessorio (progetto in cui la persona riceve una piccola remunerazione per realizzare dei lavori presso associazioni); oppure cerca di incrementare l’operatività dei servizi sociali; o, infine, mette a sistema attività o progetti, realizzati da organizzazioni private, come nel nostro caso. Se la persona che riceve la nuova carta acquisti non partecipa al “progetto personalizzato”, la perde.
Maria sta quindi parlando con me per un “obbligo”; ma non lo dà a vedere. Anzi, dice che il lavoro di gruppo, che le ho brevemente presentato, sarà un’occasione per imparare cose nuove. Il lavoro di gruppo consiste in sei incontri, durante i quali i partecipanti si confronteranno sull’uso del denaro e affronteranno alcune questioni di alfabetizzazione finanziaria. Ciascun partecipante potrà poi avvalersi gratuitamente di una consulenza finanziaria e di un accompagnamento psicologico.
Maria non ha più un impiego formale e stabile da due anni e mezzo: è uscita dal mercato del lavoro per un insieme di piccoli problemi di salute e per curare i figli e non è più riuscita a entrarvi. Come lei, altre 55mila donne sono disoccupate a Torino (in totale con gli uomini si arriva a 118 mila persone, dati ISTAT per la Provincia di Torino): è un numero significativo – il tasso più alto di tutte le province metropolitane del Centro Nord – ed anche uno di quelli cresciuti di più dal 2007, il che significa che molti dei “nuovi disoccupati” non sono abituati ad esserlo.
Proprio questo elemento, ovvero l’aumento esponenziale delle persone in condizione di povertà a partire dal 2007, è alla base delle motivazioni che hanno spinto ActionAid a sostenere con forza la proposta di inserimento del REIS (Reddito di Inclusione Sociale) nella prossima Legge di Stabilità, lanciando anche una petizione online.
ActionAid, pur continuando a impegnarsi a fianco dei beneficiari della Social Card con attività di monitoraggio e di partecipazione a progetti personalizzati di presa in carico, riconosce che tale strumento sia ancora improntato a un modello fortemente categoriale e privo di una visione organica della lotta alla povertà.
Per questo motivo appoggiamo una proposta che si rivolge a tutte le famiglie che vivono la povertà assoluta in Italia e che unisce un mix tra diritti e doveri con una forte componente di inclusione sociale, nonché il primo vero tentativo di mettere a sistema tutte le politiche di contrasto alla povertà presenti nel nostro Paese, troppo frammentate per essere veramente efficaci.
Questo post è stato pubblicato sulla pagina di ActionAid Italia.